2 Giugno 2023

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La Scuola Calcio Essere o Apparire

LA SCUOLA CALCIO: ESSERE O APPARIRE?
L’immagine di un mondo in rovina

Cari A – mici: miao!
Nelle fusa di uno straripante medioevo imbellettato da sfavillanti pubblicità idiote eccoci qua, tutti insieme appassionatamente.
A rimirar, senza saperlo e senza neanche volerlo saper, la devastazione dell’umanità.
Quell’umanità che ancora resiste, inconsapevolmente, negli occhi dei bambini del “Terzo Mondo”, dei disadattati, dei reietti, dei poveri.
Quell’umanità lacerata, invece, nei vezzi e nei vizi dei figli del “benessere” fallace e mendace.
Quell’umanità assente sulle creste dei Balotelli, vittime di compensi esagerati e di privilegi nauseanti.
E quell’umanità stritolata dal “business”, dalle banche, dalla finanza, dal debito e dal controllo.
Il controllo: l’ultimo comandamento sulla tavola invisibile dei circuiti elettronici a cavallo di pericoli totalmente programmati.
Quel controllo che sta per disintegrare ogni libertà, in barba a qualunque costituzione.
Ed eccoci alle famiglie, polverizzate da infinite ore di lavoro, disintegrate nella violenza del traffico, annichilite dalle tasse e sepolte sotto una paura livida e minacciosa.
E specialmente, queste famiglie, costrette a procreare senza neanche un brevetto, nell’assoluta ignoranza delle qualità incredibili di una nascita e senza istruzioni per l’uso.
Ed è per questo, ora, che ci introduciamo in una realtà “pallonara”.
Una realtà che non ha mai avuto il “bugiardino”, quello che invece troviamo in ogni confezione farmaceutica e che ti spiega come usare il farmaco.
Proprio così: “il bugiardino”, che nel nostro caso diventa “il brevetto del nascituro”.
Sapete, amici, che un bambino non è un adulto?
Qualcuno dirà: “Hai scoperto l’acqua calda decaldizzata!”
Eh, no, amici, ora ve lo dimostro, per quanto sia possibile.
Fateci caso, il bimbo sta nove mesi in silenzio, senza memoria e senza regole, se non quelle imposte dalla straordinaria geometria della vita.
Qualcuno di voi se lo ricorda?
No. Punto.
E sapete che accade quando emette il primo vagito, che poi sono strilla laceranti,una volta apparso su questo pianeta?
Succede che neanche lo sa di essere nato: qualcuno se lo ricorda?
No. Puntini.
Prendiamo atto che codesto pupetto vegeta e nasce nella più totale “INCONSAPEVOLEZZA”.
E qui siamo al punto; nessuno può negare che questo prodotto per i prossimi tre/quattro anni sarà schiavo solo di bisogni primari quali pipì, pupù e mangià e dormì: non è così?
La sua vita è semplicemente “organica”, senza pensieri né logiche.
Ed è in questi anni che il nascituro subisce violenza e imposizioni “logiche” che determinano il suo futuro.
Ma siamo solo all’inizio, il bello deve ancora venire.
Dopo i quattro anni e fino ai dieci/dodici (dipende dal soggetto) l’impossibilità per il bambino a recepire un’infinità di regole, punizioni, urla se non percosse, che cercano di imprigionarlo nella logica dell’adulto che in realtà è ancora bambino, cristallizzato in un’infinità di regole che, a sua volta, ha digerito per forza e con la forza.
Ma c’è un’altra cosa fantastica: il bimbo sogna, per questo gioca!
Nella sua attività giornaliera egli vive una realtà magica dove infinite dimensioni si intrecciano, dove le possibilità creative sono senza limiti: nessuna logica!
E qui casca l’asino, perché la scuola impone ben presto regole nella ripetizione ossessiva: la memoria!
Impara a memoria, ve lo ricordate?
E vi piaceva?
C’è qualcuno che non avrebbe ucciso un’insegnante? Se non tutti?
Il problema è che si accetta questo stato di cose perché uno straordinario lavoro di condizionamento è stato condotto prepotentemente da quasi sempre e per questo tutti credono che era così che si fa,è normale.
Normale una minchia! Ci stava bene, scusate.
I bimbi vanno conditi con l’Esempio, non con le Regole!
E l’esempio è un papà o una mamma che sorridono perché sono consapevoli della magia in cui è immerso il figlio!
Ed evitano di uniformarlo alle sciocchezze degli adulti, ai loro sensi di colpa, all’angustia del peccato e quant’altro.
E se proprio ci va, trasferiamo in loro il sorriso di un Dio gioioso e misericordioso, senza banche e impiegati, un Dio bambino che ama giocare perché incarna proprio quello che manca sul pianeta: l’Amore.
Ed eccoci alla scuola calcio, la nostra.
Per quanto sia possibile, (essendo comunque a conoscenza di quanto finora tracciato ) cerchiamo di inserire i bambini nel rispetto della loro integrità creativa.
E’ per questo che tutti i nostri bambini sperimentano il gioco nell’attività calcistica mentre evitiamo di spingerli, come fanno tutti, all’esasperazione della battaglia, alla morte dell’avversario e a tutte quelle infinite e nefande violenze urlate, spesso, dai genitori infuriati perché si è perso.
Ma nello stesso tempo, ad arte, insegniamo loro la tecnica, il gioco di squadra e li accompagnano nella crescita fisica ed etica.
La vittoria viene dopo, un pochino più avanti, è inesorabile.
Questo è il metodo della nostra scuola, nell’unità d’intenti di tutto lo staff tecnico.
Siete voi genitori a decidere, assumendovene la responsabilità: se volete esclusivamente la vittoria, che rappresenta l’aspetto più contagioso del tifo, beh, cercate un’altra scuola che vi servirà la cresta di Balotelli in cima al menù in un ristorante dove “apparire” è l’unica credit – card.
Se invece avete pazienza e aspettate che vostro figlio impari davvero il calcio e sappia diventare un ragazzo equilibrato danzante sulle ali di un sano agonismo, beh, ne siamo felici.
“Provaci ancora Sam” diceva Woody…noi ci proviamo sempre.

Il Presidente etico No Fair No Play – ASD Nuova Monterosi
Luciano Capponi

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