27 Marzo 2023

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L’ALTRO OCCHIO: Non c’è trippa per gatti

 

Arriva Natale e poi Capodanno e poi…la Befana.
La multinazionale del panettone invia i suoi emissari in giro per il mondo , camuffati con sorrisi stereotipati e promesse mirabolanti in pubblicità idiote e stucchevoli.
E luci impazzite ruotano in geometrie subliminali per distogliere la vista dalla cruda realtà, quella di ogni giorno, sotto il giogo di un massacro volontario e programmato dai burattinai del pianeta nelle mani, forse, di altri “pupari” da lontani pianeti: Alleluia!
E nascondiamo, con una capacità tipicamente terrestre, l’oltraggio permanente all’innocenza, all’onestà, e al buon senso perpetrato da un’idiozia colossale unita ad un’ignoranza devastante che domina, da secoli la scena di questo azzurro pianeta che è sempre meno azzurro.
Tu dici: “Ma che hai mangiato ieri sera?”…Non ti sembra di esagerare?”.
La domanda è appetitosa ma non avrà risposta per il semplice fatto che sono a digiuno e quindi l’unica certezza è da ricercare negli occhi e nelle orecchie, le mie, collegate a quel briciolo di attenzione che ancora respira nonostante il tentativo globale di sterminarla.
Da questo luogo horror, del genere più becero, accendiamo una piccola luce che possa indicare una via, anche minuscola, per trovare il coraggio di procedere.
“Italiani, brava gente” si diceva…
E come si potrebbe dire altrimenti?
Basta dividere il territorio fra grandi agglomerati urbani e piccoli paesi, la differenza è tutta lì.
Con una ulteriore divisione che vede nelle città da una parte chi governa e dall’altra i cittadini, sempre brava gente ma meno dei paesani.
E sapete perchè?
Per un fatto squisitamente antropologico: i cittadini disintegrano le tradizioni mentre i paesani le conservano.
Ancora esistono le botteghe, le piccole imprese, l’orto e l’olio d’oliva.
E anche se può sembrare esagerato, queste realtà “paesane” ancora resistono all’urto feroce della globalizzazione.
Da questa piccola disanima si evince che l’italiano è bravo ma che sta per essere stritolato dalla Coca Cola, dalle Veline, dai tronisti e dai telefonini con annessi e derivati.
Povero Babbo Natale, prosciugato dalla pubblicità.
In questo decadente Medioevo camuffato da mondanità abbiamo un’unica possibilità: i bambini.
Si, proprio loro, inconsapevoli ma luminosi.
Queste creaturine in bilico fra l’utopia ed il conformismo, pronte per essere condizionate o liberate.
E vale la pena impegnarsi selvaggiamente per preservare e proteggere il nostro futuro.
Non è facile in un mondo in cui si vuole “tutto e subito”.
E visto che siamo su di un sito “calciofilo” e anche “pallonaro”, che dir si voglia, stiamo parlando della “Scuola – Calcio”, quella di Monterosi.
Luogo in cui gli obbiettivi sono a medio e lungo termine, non potrebbe essere altrimenti.
Spazio creativo in cui si insegna il rispetto dell’avversario, il sano agonismo nella visione corretta del “gioco” e non della guerra.
Realtà di crescita fisica e tecnica nello spirito di “squadra” , nella collaborazione reciproca, nella “poesia” delle geometrie della sfera.
E specialmente nella consapevolezza che il calcio giocato è un piccolo frammento della propria vita e che se il destino lo decide ogni visibilità sia un esempio di fair-play e di sani propositi, non quelle mostruosità super pagate che infettano con la loro idiozia la fantasia dei bambini.
C’è veramente bisogno di pulizia.
E ci vuole tempo, il suo tempo.
E’ difficile scardinare le abitudini e in omaggio ad esse si accettano un’infinità di compromessi che rendono nauseante il vivere.
“Si è sempre fatto così!”
“Tutti fanno così!”
“Il calcio è marcio, non possiamo cambiare!”
Grazie a questo modo di pensare la Torre di Babele invece di crollare si fortifica.
Nelle partite dei piccoli calciatori si ripropongono le squallide gesta condite dalla violenza, dal disprezzo, dalle urla e dalle bestemmie.
E gli arbitri, tapini, sono stravolti in queste guerre perdendo lucidità e fermezza.
In questo scenario deprimente i nostri ragazzi, a fine partita, applaudono gli avversari che se la ridono e pensano che siano veramente idioti.
Ma non sanno, gli altri, che i “nostri ragazzi” stanno lavorando duramente per crescere tecnicamente ed eticamente e che hanno già compreso il duro ma sano insegnamento della sconfitta.
E non sanno, sempre gli altri, che abbiamo formato squadre con ragazzi che non trovano spazio perché “non dotati”, ragazzi presi dalla strada ed inseriti gratuitamente nelle “rose”.
Restituendo al calcio quella dignità che, sola, può affrancare dalle desolazioni della povertà o della droga.
E non abbiamo fatto di questi ragazzi un “mercato”, come fanno gli altri, scavalcando con ogni mezzo regole e sani principi.
Questa è la differenza e un caro benvenuto a chi la comprende.
Se così non fosse, come possiamo parlare di “SCUOLA CALCIO”?
A questo punto, dopo aver sdoganato molte nefandezze, stringiamo il cerchio e facciamo gli auguri a Monterosi.

Buon Natale! Buon Natale! Buon Natale!
Ed un abbraccio alla nostra carissima scuola calcio e carissima agonistica e stra-carissima Prima Squadra!
All’intera popolazione, alle mamme, ai genitori, al parroco, al sindaco e insomma a tutti, ma proprio tutti.
L’augurio è di Buon Natale ma va esteso alla salute, alla vita, all’amicizia ed al sorriso.
Siamo giunti qui dopo un viaggio molto faticoso, privilegiando l’ETICA, l’educazione, la professionalità e l’AMICIZIA.
Così, proprio così abbiamo pagato il prezzo di una determinazione inattaccabile e inossidabile.
Sapevamo che sarebbe stato difficile, ed ancora lo è ma non abbiamo accettato nessun compromesso: come si dice “o la va’ o la spacca!”.
E per ora “la va’”.
“Madama la marchesa” aggiungo io, tanto per non essere troppo serio e per evitare di prendersi “sul serio” poiché è una grave malattia.
Così, tra il serio e il faceto, scioriniamo ciò che va sciorinato.
Omaggio e gratitudine a Flaminio ( il Cialli ), tempra dura e al contempo tenera, fedele compagno di un’avventura iniziata tanto tempo fa.
Da questo rapporto di stima e di fiducia è nata l’attuale realtà dell’ASD Nuova Monterosi.
Era importante e “strutturale” partire da questo vertice coeso per indirizzare nel modo corretto tutto il resto.
Poiché questa sinergia ha reso possibile un’empatia attrattiva per collocare le giuste persone nei posti giusti.
Oggi, con un sorriso caldissimo, pensando a tutti i nostri collaboratori, l’unico sentimento che mi pervade è : “Grazie amici”.
La formula vincente: “AMICI”.
E così Carletto, il nostro custode, diventa il “comandante”: vedere i suoi “occhi che brillano” è un regalo inestimabile.
Seguito da Elio, con la sua signorilità, i suoi silenzi e il suo amore per la squadra.
E che dire di Paoletto?
Se non ci fosse la segreteria non avrebbe motivo di esistere, lui così alto e ironico ma nell’intimo passionale e partecipativo, nonché l’unico veramente competente delle intricate leggi della Federazione.
E vogliamo citare lo staff dei volontari No Fair No Play?
Tanti e inesauribili e quasi impeccabili.
Vorrei citarli tutti ma due su tutte Alice ed Alessia che sulle spalle sopportano un’infinità di impegni variegati e riempiono della loro presenza il campo e gli uffici “tutti i giorni”.
E passiamo alla Prima Squadra: che dire?
Caro David e caro Emiliano, complimenti!
Avete scelto prima gli uomini e poi i giocatori.
E i frutti si vedono.
Abbiamo una squadra unita e vincente, composta da “bravi ragazzi” che si impegnano ogni giorno “al massimo”.
Queste sciocchezze servono per comunicare il clima in cui siamo immersi con una grande goduria reciproca.
E pensavi ti avessi dimenticato bricconcello di un Fabrizio? La voce ufficiale del Monterosi, lo speaker giocoso che si trattiene ogni domenica per non trasformare la monotonia dei comunicati ufficiali in una kermesse ironica e spregiudicata.
Ma dietro le quinte ci massacriamo di risate!
Come non citare il grande polpaccio Marco Vagnarelli succoso e passionale, o il silenzioso Mauro Fiata determinato e implacabile, e Marco Antinori, l’unico , incommensurabile ed eternamente al lavoro?
E non possono essere secondi la sagace Betty, implacabile e sorridente, l’eterea Rosy saltellante e coriacea, e il monumentale Fabio che dietro una sapienza e una professionalità speciale nasconde “il tenero Giacomino”.
E sono tanti i collaboratori, volontari e un po’ meno, che vorrei citarli tutti ma è impossibile, mi si perdoni, diventerebbe una lista della spesa.
Un saluto ad Andrea, il Bomarsi, pilastro storico di questa realtà e grande protettore della polisportiva e un saluto al Sindaco dottore che prepara anche le ricette per portare Monterosi a concrete vette.
A Marina così sorprendente poiché senza di lei non potremmo far niente.
Un abbraccio ad Aldo Antinori, che purtroppo non ha a che fare con il vino ma con il fair-play si!
Combattente di lungo corso, caro amico.
Ed un abbraccio a Luigi, il Conte, che tanto amò la squadra e che ora soffre un po’ per lontananza: ti aspettiamo quando avrai più tempo per noi.
E voglio concludere con la prima squadra: che bei ragazzi!
Un gruppo di “fuori di testa” che più uniti di così non si può.
Vi amo…platonicamente, cretini!
Tu Orlando, il “bombador” e tu Pippi, che covi nell’attesa grappoli di gol e tu, straordinario Gasperini, colosso della difesa e inaspettato goleador.
Anche qui vorrei citarvi tutti ma come si può…
Cara Maestà, sempre con un sorriso ed uno scherzo, continua così, il gol verrà e se non verrà…chi se ne importa! Sei bravo lo stesso, nel cuore e nelle gambe.
Tutti quelli che non cito adesso, li citerò a giudizio…scherzo, farò una lettera solo per voi, promesso.
Ed eccoci finalmente a colui che ha titolato questa lettera: Riccardo, il Trippa!
Perché lui?
E’ presto detto: fulgido esempio di umiltà, di abnegazione e di ferocia agonistica ( in senso buono! )
Un grande amico.
Grazie a lui così possiamo dire:

Non c’è trippa per gatti!!

Luciano Capponi
Project Deviser No Fair No Play
Presidente Etico ASD Nuova Monterosi

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